Sa proposta/Per far risorgere la democrazia in Italia ripartiamo dai cittadini del No, ...

...quella è la Politica (maiuscola) S. Srettis su Libertà e Giustizia

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    Credo che il riferimento di Settis al "fronte del NO" alludesse anche alla presenza di gente come Brunetta e Salvini coi quali mi risulta davvero arduo condividere un qualsivoglia "baricentro programmatico".
    Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, tuttavia, un obiettivo già lo possiede ed è tutt'altro che breve, tutt'altro che agevole e - aggiungo - tutt'altro che univoco: inutile nascondere, infatti, che anche in seno ai comitati permangono idee diverse sul modus operandi per attuare la Carta.
    Vi è chi ritiene essenziale il superamento delle rigide strutture novecentesche, mentre dall'altro lato troviamo chi ne rivendica con forza la spinta democratica. Vi è chi ritiene inderogabile uscire dalla moneta unica e chi invece ritiene possibile una riforma dei trattati europei. Si potrebbe proseguire a lungo ma mi fermo qui.
    Io ritengo che tutte queste spinte possano ampiamente coesistere nei comitati (del resto, nemmeno l'Assemblea Costituente conosceva un'unica sensibilità al suo interno), a patto che non vengano meno quelli che ritengo essere i capisaldi fondamentali della nostra azione: la lotta contro il neoliberismo; la rivendicazione della necessità prioritaria di tornare a investire in cultura, ricerca, sviluppo, istruzione e innovazione; la tutela del territorio (inteso anche come patrimonio artistico) dalle predazioni cementizie e speculative; la difesa della dignità del lavoro.
     
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  2. Paolo Barbieri 72
     
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    Caro Di Donno,

    Settis ha scritto anche questo: "Quest'orizzonte dei desideri...non è un'utopia astratta. Corrisponde a un progetto per l'Italia, il progetto della Costituzione... Ha ragione Calamandrei: la Costituzione è ancora incompiuta, ma è un progetto concreto, e proprio per questo tocca a noi portarlo a termine. ... La Costituzione siamo noi, i Cittadini. Spetta a noi lottare perchè essa non sia un'utopia destinata a morte certa, ma diventi la vera agenda della politica."

    Trastullarsi con "lavoro di ricostruzione della sensibilità democratica" ci vogliamo rendere conto che è un programma che richiede generazioni sempre che le istituzioni lo vogliano?

    Ma anche, caro Di Donno, e mi ripeto, non è il numero delle camere a fare la qualità delle leggi, ma solo e soltanto la qualità degli addetti! E allora meglio parlare della qualità delle persone che del numero delle camere, anche perchè restano pur sempre 5 livelli di verifica: commissioi, aula, PdR, Corte C., ref. popolare!

    Socrates:
    CITAZIONE
    Si tratta solo di comprendere se questi strumenti siano da soli sufficienti. Personalmente ritengo che il lavoro di ricostruzione della sensibilità democratica meriti uno sforzo in più.

    E' un'impresa che non è possibile senza la partecipzione delle istituzioni! Quindi è necessario "occupare i palazzi"!

    p.s. scritto prima dell'ultimo intervento di Socrates

    Ma è così difficile capire e assimilare che ci sono reali e concrete possibilità di tenere unito e attivo e produttivo di quei cambiamenti che tutti auspichiamo, tutta o quasi la Cittadinanza del NO come del Si, quella che dichiara al CENSIS e alla DEMOS di Diamanti che disprezza l'offerta politica al 95%, con l'esercizio degli artt, 71 e 50 che abbiano come tema progetti di leggi anche già giacenti nelle commissioni parlaentari, ma non solo, come l'anticorruzione che metta le manetre a chi le meriti, come quelle proposte da Gratteri per migliorare la funzionalità processuae, per un riforma fiscale secondo il 53, che porti in galera evasori come in Germania, che riduca gli stipendi della casta alla media europea, che azzeri progressivamente il consumo di suolo agricolo...

    Ma è così difficile?
     
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    Il disprezzo per la politica non si può disinvoltamente collegare con la richiesta di nuovi spazi democratici. Il disprezzo per la politica spesso si accompagna alla voglia di delegare le proprie istanze ad un capo autoritario, si accompagna al disagio per la libertà, si accompagna all'ostilità per il confronto istituzionale.
    Come se non bastasse, molti cittadini si chiedono che senso abbia promuovere leggi d'iniziativa popolare se l'ascolto del Parlamento verso queste proposte è nullo.
    Alla luce di ciò, concentrarsi sul lavoro di ricostruzione della sensibilità democratica è tutt'altro che un trastullamento: rappresenta il requisito imprescindibile per ottenere "il pieno sviluppo della persona umana" che la Costituzione ci indica quale massimo obiettivo. Proprio perché il lavoro si prospetta lungo e tortuoso diviene quanto mai necessario impegnarsi senza sosta e senza perdite di tempo. Non mi stancherò infatti di ripetere che sino a quando non vi saranno discrete rappresentanze parlamentari convinte delle nostre istanze, nessuna legge d'iniziativa popolare verrà mai esaminata dalle Camere.
     
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    Secondo me alcune cose le possono fare tutti i volenterosi.
    Altre le devono fare per forza i Partiti: che siano portatori di regole forti di democrazia interna, di una ben chiara visione ideologica e di un trasparente e ben definito quadro programmatico.

    Solo così -in presenza di contrapposti sistemi di riferimento ideale esplicitamente dichiarati e democraticamente perseguiti- quella mediazione che è nella natura stessa della Politica assume valenze positive e si distacca dal miserabile accordo sottobanco fra potentati di turno.

    Lo vedete quanto siamo diversi fra noi su queto Forum e quanto sosteniamo idee inconciliabili: idee diversissime in materia di sistemi elettorali, su alcuni quesiti referendari, su alcune materie ambientali e sociali e di rapporti internazionali.
    Nondimeno la pensiamo allo stesso modo quando si parla di difendere un sistema costituzionale di regole alte e di intervenire su particolarissimi casi normativi che da esse direttamente discendono (per esempio il diritto dell'Elettore di scegliere i candidati senza liste bloccate o altri trucchi).

    Invece su tantissime di quelle cose che normalmente attengono alla Legge Ordinaria spesso non la pensiamo allo stesso modo. Non potremmo stare nello stesso partito e se facessimo una rivoluzione probabilmente alcuni di noi finirebbero col farla contro gli altri sempre di noi.

    Ma in un coordinamento di alti ideali sulle questioni di massimo principio che garantiscono il senso di un equilibrio sociale, mentre nuovi e più onesti partiti tornassero a fare il loro lavoro, questo senz'altro sì.
    E non sarebbe privo di utilità e di merito.

    Facciamola dunque questa battaglia contro i capilista bloccati.
    Impegnamoci a ricostruire insieme la sensibilità democratica di tutti i Cittadini.


    Su altre cose rassegnamoci: di tanto in tanto non saremo d'accordo.

    Edited by Marco De Donno - 6/2/2017, 16:02
     
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  5. Paolo Barbieri 72
     
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    Socrates
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    Non mi stancherò infatti di ripetere che sino a quando non vi saranno discrete rappresentanze parlamentari convinte delle nostre istanze, nessuna legge d'iniziativa popolare verrà mai esaminata dalle Camere.

    Non lo faranno mai se non verrà "imposto da una Sovranità Popolare Realizzata esercitata nei limiti e nelle forme della Costituzione!"

    Imposto, con la forza dei numeri e della Costituzione, non fatto spontaneamente!

    Il disprezzo per "questa offerta politica" si può disinvoltamente collegare con la ricerca di quell'affidabilità che non viene più trovata nelle schede elettorali. Basta a confermarlo il successo ottenuto dal M5S che pur aveva la sola qualità di non essere "casta", oppure di Renzi alla sua prima apparizione per lo stesso motivo, o come quegli amministratori locali premiati con % elevate per il loro buon lavoro.

    La voglia di delegare ad un capo, deriva solo dalla mediocrità espressa da questa democrazia malata di mediocrità cronica, ma ad elevata intensità, e alla regressione culturale che ha ridotto l'analfabetismo funzionale del paese al 70/80% secondo gli studi del compianto prof De Mauro. Regresso culturale che avanza da decenni e che lei vorrebbe combattere con impegno volontario come se già non sia inutilmente esperito da associazioni, e docenti di vario grado, che ancora perseguono questo obiettivo, per amore dello speciale lavoro che si sono scelto. Costretti però ad assistere ad un degrado e declino che pare non avere fine, poichè le istituzioni non sostengono, ma concretamente lo avversano!

    Trastullamento è continuare a riempirsi a bocca con enunciati importanti che sono destinati a rimanere tali, ma fanno "figo", come si usa dire.

    E per poter perseguire e raggiungere "il pieno sviluppo della persona umana" che la Costituzione ci indica quale massimo obiettivo, il primo passo obbligato, è l'occupazione dei palazzi per riportarvi il rigore morle e culturale indispensabile in quel luogo-istituzione da cui tutto discende.

    Rigore che non può venire da quest'offerta politica, ma solo con una cesura, una frattura tra presente e futuro che possa interrompere la trasmissione della mediocrità da un Prlamento al successivo, da una leva politica ai delfini desgnati. E si può dare con l'esercizio degli artt. 71 e 50 per imporre progetti di legge e riforme che contengano quello dei loro autori e poi, alle prossime politiche, col suffragio maggioritario ottenuto da una "Lista Civica Nazionale" che porti degnamente le insegne del CDC ovvero del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale.

    Caro Di Donno,
    credo che se il CDC sdecidesse di percorrere la via che follemente insisto a suggerire, ci ritroveremmo tutti a raccogliere firme!
     
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    Imporre la discussione di una legge senza disporre di una chiara rappresentanza parlamentare può avvenire praticamente o con la forza delle armi, o con la forza del denaro. Strumenti che sono alquanto lontani dal mio approccio politico.
    I professori da soli non bastano per instillare riflessioni ad una platea consistente di cittadini: sono pochi, sovente sconosciuti, privi sostanzialmente di copertura mediatica. Tutti handicap a cui si aggiunge la difficoltà del messaggio. Come Comitato abbiamo sempre rifiutato gli slogan demagogici, le trovate pubblicitarie, il marketing accattone. Viviamo in un mondo estremamente complesso, ove oltretutto gran parte degli spazi di formazione e informazione rema in direzione opposta alla nostra. Lasciare l'interpretazione di questi contorti assetti socio-economici esclusivamente ad un pugno di ammirevoli professori spesso irrisi ed emarginati mi appare rischioso soprattutto alla luce del fatto che il disprezzo verso la politica nel nostro Paese assai raramente ha portato esiti positivi: i precedenti che abbiamo sono quelli dei Mussolini, dei Bossi, dei Berlusconi, dei Grillo. Questo è il vero volto dell'anti-politica italiana e se non ci muoviamo con sufficiente impegno saranno questi signori a monopolizzare il dibattito parlamentare.
     
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  7. Paolo Barbieri 72
     
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    CITAZIONE
    Imporre la discussione di una legge senza disporre di una chiara rappresentanza parlamentare può avvenire praticamente o con la forza delle armi, o con la forza del denaro. Strumenti che sono alquanto lontani dal mio approccio politico.


    Ha presente la forza dei numeri in democrazia? Ha presente l'articolo 40, il diritto di sciopero e la storia del conclave? Per i fucili e forconi non abbiamo ancora la fame di pane nero necessaria e i nostri denari non sarebbero sufficienti contro il capitale!

    I professori non sono affatto soli: firmano editoriali sulle prime pagine di tutti i quotidiani e pubblicano libri (che pochi leggono), sono ospiti richiesti e graditi dei vari salotti televisivi, hanno alleati potenti nella numerosa, famosa e rumorosa schiera dei denunciatori professionali che ingrassano la loro fama e i loro cc sulle disgrazie del Paese, che da lustri e decenni ci ingolfano l'anima con lanci continui di nuovi mifatti della casta, Travaglio, Gabanelli, Stella e Rizzo, Saviano, Iacona, Formigli, etc., e avrebbero dalla loro parte anche il potente esercito del M5S, che sarebbe risucchiato nell'azione, anche senza preventivi accordi che a qualcuno potrebbero non piacere, visto che di democrazia diretta riempie discorsi e documenti e che i proff erano anche tra i 10 da loro candidati alla PdR.

    E per accendere la partecipazione della Cittadinanza, anche quella meno attenta, basterebbero alcuni progetti di legge tanto evidentemente quanto giustamente anticasta: riduzione stipendi alla media europea (per non cadere nella demagogia), azzeramento privilegi assurdi (sempre facendo riferimento all'Europa), riduzione numero parlamentari o monocameralismo (che io preferirei ), una legge elettorale sottratta alle brame tossiche della maggioranza di turno, funzionale, sperimentata e duratura, anticorruzione non firmata da corrotti o corruttori, ma da chi la combatte con armi spuntate (dalla casta), riforma fiscale con manette agli evasori come in Germania, quelle suggerite dal PG Gratteri per migliorare la funzionalità del processo penale e ridurre le morti dei processi per prescrizione del 70%, etc.

    Non siamo nel campo delle promesse demagogiche, ma di progetti di leggi e riforme bollinati dalla miglior elite culturale del Paese, con storia personale quale garanzia affidabile del loro rigore, delle loro competenze e del loro orientamento al bene comune: Rodotà, Settis, aZgrebelsky, Carlin Petrini, Chiara Saraceno, Imposimato, Onida, i magistrati Caselli e Gratteri e altri tutti assimilabili.

    Ma non possiamo affrontare sul loro terreno le persone da lei citate, quello della propaganda elettorale dove i proff sono assolutamente incapaci di competere poichè a loro mal si attaglia il far promesse demagogiche o lanciare programmi impossibili, come la competizione col coltello fra i denti, o l' usare i gomiti per arrivare al proscenio. Occorre una cesura, una mossa del cavallo, uno scarto democratico, proprio ciò che ci consentono gli artt 71 e 50 da esercitare in congiunzione sinergica per raggiungere sotto una formale petizione alle Camere, art 50, una Sovranità Popolare Realizzata con firme non certificate e quindi da raccogliere dovunque e sul web, per proporre/imporre un'agenda di progetti di leggi e di riforme redatte in articoli e sottoscritte secondo il 71, 10,12,15, le più attese dalla Cittadinanza, le più apportune per il Paese.

    Questa azione di sicuro successo, sarebbe il viatico per un risultato maggioritario della Lista Civica Nazionale che portasse molto degnamente le insegne del CDC alle prossime politiche, per proseguire dal Parlamento il lavoro avviato dal territorio, compreso ovviamente l'indirizzo evolutivo rivolto alla Cittadinanza come Costituzione impone e come finora non si è fatto!
     
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    Parteciperei volentieri a queste iniziative, tuttavia non ritengo che queste rappresentino da sole il viatico per conferire alla democrazia costituzionale la conoscenza e il largo sostegno che sarebbero necessari.
    Anzitutto, come già scritto sopra, nel 2016 abbiamo già raccolto le firme per una petizione (affinché venga rispettato il referendum del 2011 sull'acqua pubblica) eppure questa mobilitazione non pare essere emersa. In secondo luogo, ad uno sguardo fugace - come quello dei passanti ai nostri banchetti - difficilmente il messaggio della "riduzione dei costi della politica" suonerebbe diverso rispetto a quanto già ora propongono i Renzi e i Grillo. Anzi, rischierebbe di ampliarne il bacino se ad una riduzione dei costi della politica non viene abbinata con forza la proposta questa sì dirompente di "assegnare centralità al Parlamento, recuperare la dignità della rappresentanza, estendere il pluralismo, allargare la platea dei soggetti e degli interessi che partecipano al compromesso parlamentare. Fuoriuscire dalla democrazia maggioritaria, che ha strangolato il sistema politico e ha inaridito la rappresentanza" (cit. Azzariti).
    Proposte, queste, ferocemente osteggiate dai vari Rizzo&Stella la cui operazione non è quella di restituire spazi di democrazia bensì, al contrario, d'imporre ricette sfacciatamente liberiste coprendole con una patina pubblicitaria intrisa di populismo (la narrazione di Renzi è nient'altro che la traduzione politica di questo stratagemma: il Parlamento è solo un costo, le strutture di partito coacervi di sprechi pubblici, le sovrintendenze incartapecoriti ostacoli, i sindacati vetuste ciabatte, le autonomie territoriali pesi insopportabili, il settore pubblico un manipolo di pigri da soppiantare con le virtù demiurgiche del mercato etc.).
     
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  9. Paolo Barbieri 72
     
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    Queste iniziative avrebbero lo scopo di riportare in Parlamento il rigore ivi necessario: non ci può essere alcuna evoluzione finche quel luogo sarà occupato da una mediocrità infima e crescente!

    Il rispetto dell'acqua pubblica non ha avuto pressochè alcuna risonanza informativa. Diversamente qualcosa che assumesse le dimensioni dell'indignazione popoare che si evolve in una ribellione costruttiva nel segno e nel solco della Costituzione!

    Il Parlamento si salva se lo sottraiamo al suo lento suicidio: la mediocrità che lo suicida non si rende neppure conto che sta tagliando il ramo su cui è seduta! Non possiamo dimenticare che già l'80% desidera l'uomo forte: una riduzione dei costi alla media europea, non è demagogia, ma equilibrio.
    CITAZIONE
    Anzi, rischierebbe di ampliarne il bacino se ad una riduzione dei costi della politica non viene abbinata con forza la proposta questa sì dirompente di "assegnare centralità al Parlamento, recuperare la dignità della rappresentanza, estendere il pluralismo, allargare la platea dei soggetti e degli interessi che partecipano al compromesso parlamentare. Fuoriuscire dalla democrazia maggioritaria, che ha strangolato il sistema politico e ha inaridito la rappresentanza" (cit. Azzariti).

    Sta tutto dentro il "riportare in Parlamento il rigore morale e culturale, le competenze e l'orientamento al bene comune indispensabili per condurre un grande paese ed il suo popolo verso un giusto progresso continuo. La rappresentanza è stata inaridita dalla stessa mediocrità che è la madre di ogni nefandezza: chi o cosa vuole che rappresenti il sen. Razzi se non se stesso?

    Stella e Rizzo hanno denunciato, come molti altri, i danni che la casta produce: questi Parlamenti non sono solo un costo, ma hanno provocato e provocano anche danni gravissimi, molto peggio dei terremoti!

    Non mi piace addentrarmi nelle dispute teoriche dei quali contenuri non sono padrone, ma so ben riconoscere la distanza da Renzi, Salvini, Meloni, Grillo o Brunetta e mettiamoci pure Razzi, da Rodotà, Settis, Zagrebelsky o loro assimilabili... A loro posso affidare gli orientamenti socio-economici con molta tranquillità.
     
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  10. fabio.danna
     
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    Personalmente io vorrei la legge elettorale rispecchiasse un principio prima di ogni altro, non sono i partiti a dover scegliere i deputati ma i cittadini, vorrei una legge elettorale priva di trucchetti e stratagemmi che consentano sempre ai soliti noti di assicurarsi un posto in parlamento. Proferisco il proporzionale ma non mi farò impiccare per esso, a mio parere esistono altri sistemi elettorali, comunque rappresentativi. Il collegio uninominale maggioritario ad esempio non è rappresentativo dei partiti ma è comunque rappresentativo dei territori, che divengono principale riferimento dell'eletto ancor più del suo partito di appartenenza. Il rischio è che dopo aver provato la prossima legge elettorale proporzionale il popolo si ritorcerà contro tutti coloro che hanno sostenuto a tutti i costi il proporzionale dato che è molto probabile un sistema proporzionale non permetterà alcun governo. I tre poli, non potranno accordarsi per un governo unico e ne risulterà un periodo di forte instabilità politica, tale risultato non verrà assegnato all'incosistenza dei partiti stessi ma alla legge elettorale e ricominceremo da capo, meglio provvedere sin da subito, cercando di essere più elastici nella valutazione del tipo sistema elettorale mentre lasciare più rigidità nel difendere il principio che nessun deputato debba avere maggiori probabilità di essere eletto rispetto ad altri. Tutto deve essere determinato dal voto.
     
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    Rispettabile la possibilità del collegio uninominale, tuttavia non mi persuade la connessione tra legge proporzionale e instabilità governativa (quasi a dire che gli altri sistemi garantiscano maggiore solidità). Riporto quanto scrive Gaetano Azzariti:

    Oggi possiamo solo denunciare la perdita di senso delle parole e le incoerenze di un mainstream che si configura, pericolosamente, solo come un vuoto a perdere. Dopo tanti sforzi, infatti, il sistema politico è a pezzi. I governi continuano a non trovare maggioranze politiche stabili. Neppure dopo esiti elettorali chiari (basti pensare alle convulsioni dell’ultimo governo Berlusconi, partito con un’amplissima maggioranza parlamentare e pervenuto alle fiducie comprate), figuriamoci nei casi in cui non può essere individuato un sicuro vincitore. Un’ipotesi quest’ultima che dà luogo ad una fisiologica prospettiva, adottata da tutti i paesi di democrazia pluralista (a volte come eccezione, altre volte come regola). È in base ad un programma definito tra forze politiche diverse che si garantisce una maggioranza ad un governo di coalizione. Grandi governi e importanti riforme sono stati resi possibili proprio perché sostenuti da forze politiche e culturali unite da un patto politico ambizioso. In Italia, invece, nell’ultimo ventennio, nel vuoto della politica, si è pericolosamente oscillato tra due estremi: quello di una tecnica senza umanità oppure quello di una politica senza pudore. Prima alla progressiva spoliticizzazione del dibattito pubblico si è accompagnata l’illusoria e fuorviante esaltazione del governo della tecnica, con il rischio di instaurare un regime tecnocratico in grado di divorare la democrazia. Poi è arrivata la politica senza valori, fatta solo di slide e parole ad effetto. La politique d’abord che tutto permette, ma che finisce per perdere il senso di sé. Un futurismo politico che, inseguendo il miraggio del nuovo, si getta dietro le spalle «l’accademia barbosa e immobile» (Filippo Tommaso Marinetti), ogni tradizione. Anche quella della democrazia politica.
     
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  12. Paolo Barbieri 72
     
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    Non sopporto l'esaltazione del basso finta-democratica-al-massimo-livello!

    L'eccellenza sta al pisno attico, mentre il70/80% della Cittadinanza è "analfabeta funzionale" e di basso ne abbiamo già sopportato lustri e decenni fino ad arrivare a Cuffaro e Cosentino e Razzi e Scilipoti! Basta!Io voglio essere rappresentato, condotto governato dll'eccellenza, non dal basso di Salvini o Renzi!

    Basta per favore!
     
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  13. fabio.danna
     
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    CITAZIONE (Socrates @ 7/2/2017, 11:08) 
    (quasi a dire che gli altri sistemi garantiscano maggiore solidità).

    Non dico questo, io parlo della percezione, indotta o meno, che ne avranno i cittadini, tale da farci ritornare indietro. Se vogliamo affossare il proporzionale il metodo migliore è proporlo nel momento meno indicato, quando basterà davvero poco per trovare scuse per disprezzarlo. Io non ho alcuna fiducia su nessuna delle attuali forze politiche e non confido affatto sulla loro volontà di far prevalere il buon senso. Quindi temo tentativi di destabilizzare il sistema ben peggiori di quelli che abbiamo visto fion ad oggi, l'unica cosa che hanno bisogno è una scusa plausibile, reale o pretestuosa poco importa. Facciamo attenzione a non trovarle per loro.
     
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  14. Paolo Barbieri 72
     
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    Un editoriale del prof Zagrebelsky su "la Repubblica" del 07/02 http://www.libertaegiustizia.it/2017/02/08.../#comment-46634

    Illustre professor Zgrebelsky,

    in presenza di tante opacità ed incertezze e di tanta storica mediocrità, facciamola noi, Cittani Sovrani, una nuova legge elettorale sottraendola alle brame tossiche della scadente maggioranza pro tempore di turno, esercitando direttamente l'articolo 71, rafforzato da una formale "petizione alle camere", art. 50, che la contenga e che la "imponga" con la forza di milioni di firme non certificate e quindi facili. Facciamola neutra rispetto agli schieramenti, collaudata, funzionale, destinata a durare non solo il tempo di una legislatura. E accompagnamola nello stesso percorso con l'unico impegno altre molto attese e molto opportune.

    E se la proporzionale soddisfa al meglio l’indirizzo costituzionale, è anche vero che è un’esperienza già fatta e abbandonata per le sue disfunzioni.

    Da cittadino offeso dalla mediocrità parlamentare crescente nel tempo, fino ad aver ospitato in quel luogo-istituzione da cui tutto discende, persone poi finite giustamrnte nelle galere, ciò che chiedo con maggior forza alla legge elettorale, è di tenere quella mediocrità fuori dalle candidature e quindi dal Parlamento.

    E l’uninominale di collegio a doppio turno, alle mie scarse conoscenze, parebbe capace di svolgere molto bene il compito di filtro, spostando il confronto più tra le persone che tra i partiti, e inducendoli quindi a candidare persone eccellenti, cmq le migliori tra le loro, ben conosciute alle cronache dei piccoli collegi di residenza, capaci di reggere reciprocamente il confronto.

    Al primo turno sarebbe garantito il pluralismo, al secondo la governabilità con gli accordi intercorsi.

    E lo stretto legame col territorio, garantirebbe la rappresentanza anche agli astenuti.

    E' scontato che io come tutta la Cittadinanza saremo ben felici di rimetterci alle scelte di saggezza che scaturissero dalla competenza collettiva dei promotori dei Comitati del NO e dell'Italicum, come del CDC.

    Auguri per un Paese migliore.

    Paolo Barbieri
     
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28 replies since 2/2/2017, 22:57   262 views
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