UNA NUOVA POLITICA PER UNA NUOVA COSTITUENTE

LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA COME CRISI DELLA RAPPRESENTANZA

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  1. Vincenzo Pellegrino2
     
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    UNA NUOVA POLITICA PER UNA NUOVA COSTITUENTE


    LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA COME CRISI DELLA RAPPRESENTANZA
    Due concezioni della Politica a confronto
    Considerazioni post-referendarie



    Ebbene il 4 dicembre gli italiani hanno detto NO al pasticcio controriformista spinto avanti da Renzi a colpi di maggioranza in un parlamento eletto con una legge elettorale dichiara anticostituzionale; un parlamento che avrebbe dovuto limitarsi a recepire le censure della Consulta sul “Porcellum” per scrivere una nuova legge elettorale che, tanto per il nostro impianto istituzionale quanto per la tutela del principio democratico, non dovrebbe che essere di tipo proporzionale.
    E invece no, questo parlamento illegittimo, oltre ad aver approvato una legge elettorale ancor peggior della precedente, è stato spinto (attraverso un vero e proprio “colpo di mano” dell’ex Presidente delle Repubblica Giorgio Napolitano, che ha disarcionato l’indisciplinato Berlusconi per dare mandato prima al “tecnico” iperliberista Monti e poi, dopo la parentesi Letta, al discepolo Renzi) in un attacco controriformista senza precedenti che non solo ha intaccato i pilastri costituzionali per legge ordinaria (Scuola, Lavoro, Previdenza, Sanità, sono stati sabotati per legge) ma ha addirittura tentato uno stravolgimento in senso autoritario della Costituzione.
    Solo l’estremo presidio del referendum popolare previsto dall’art. 138 della Carta ha impedito il varo di questa devastante controriforma; vale la pena sottolineare che, fosse stato per i “nostri rappresentanti”, oggi sarebbe vigente la costituzione Renzi-Boschi.

    Scampato momentaneamente il pericolo e deciso di non rompere le righe dei comitati per il NO, è tuttavia evidente come, dal dibattito politico seguito al referendum nell’ambito della “sinistra di alternativa”, non emerga un'idea condivisa sul percorso da svolgere sulla strada della costruzione di una reale alternativa politica nel nostro paese (e in Europa): da un lato c'è chi pone la questione in termini radicali per cui, ogni prospettiva di cambiamento sostanziale del modo di concepire e praticare la politica non può prescindere da un cambiamento delle sue concrete forme e prassi (nulla può più essere come prima!); dall’altro chi invece continua a vedere, in una politica di alleanze e aggregazioni tra gruppi esistenti, la possibilità di fondare un “partito della sinistra” in grado di salvarci dalle ambasce del liberismo.
    Si tratta ovviamente di due prospettive entrambe legittime ma radicalmente diverse e non si vede come esse possano conciliarsi nei termini di un progetto comune.
    La recente proposta di Varoufakis (uomo politico di cui ho apprezzato l'operato quale ministro delle finanze ellenico e persona, a quanto si dice, dall'intelligenza sopraffina) di costituire anche in Italia un “terzo polo” di ispirazione antiliberista (vedi articolo di Matteo Pucciarelli su Repubblica del 17 dicembre) è ancora chiusa nella prospettiva di dare rappresentanza politica a una massa informe di rappresentati… Si tratta ancora una volta di una cerchia ristretta di individui con la pretesa di rappresentarne altri, i rappresentati appunto. Davvero nulla di nuovo sotto il sole e la rilevanza che viene data ai nomi illustri degli aderenti a Diem25 (da Chomsky a Loach, da Assange a Brian Eno) dà una chiara indicazione di come si tratti di un progetto concepito e guidato dall'alto. Esso denota una visone ancora estremamente paternalistica della politica, dove un'avanguardia illuminata fa da "padre - tutore - rappresentante" di una accozzaglia incoerente di individui che non ha neppure la qualità di Popolo!
    Tutto questo è estremamente lontano da quello che, da un’altra prospettiva, si pone come la possibile "costruzione di un'alternativa politica" (cioè di una politica alternativa) in Europa nel nostro tempo.
    Se non ci decidiamo a gettar via definitivamente una concezione della politica basata sulla rappresentanza e, quindi, sulla delega, non si farà alcun passo in avanti davvero sostanziale.
    Il principio fondamentale ed irrinunciabile sulla via della realizzazione di questa politica altra è quello di AUTO-rappresentanza, dove il nucleo significante è proprio quell'"AUTO"!! Auto come Auto-nomia, come Auto-sufficienza decisionale ma anche come Auto-stima. Significa riconoscere e dare vera sostanza al principio di eguaglianza tra tutti i cittadini: ‘siamo tutti eguali davanti alla legge ed allo Stato perché tutti abbiamo lo stesso peso nel prendere le decisioni di carattere pubblico’.
    Questo si traduce anche nella necessità/possibilità di auto-informazione, auto-formazione culturale dei cittadini, enorme allargamento della partecipazione attiva, capacità di decisione libera e autonoma; significa liberarsi definitivamente dalla dipendenza da un ceto politico parassitario che, coagulandosi in quelle orrende macchine egemonizzanti che si chiamano partiti, è causa del totale degrado in cui versa l’intero sistema politico nonché fonte scatenate della così detta “antipolitica”; nulla di più lontano dal significato che l'art. 49 della Costituzione, l’unico che li cita, dà ai partiti: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". È proprio quella prescrizione, "con metodo democratico", che lega il concetto di partito a un’idea di democrazia diretta piuttosto che al sistema di delega totale sui cui si basano gli attuali partiti. I partiti, secondo la nostra Costituzione, sono libere associazioni di cittadini operanti con “metodo democratico”, non certo nuclei di potere in mano a pochissimi individui interessati unicamente al proprio tornaconto personale e totalmente asserviti agli interessi dei così detti poteri forti, ad iniziare dal potere finanziario globalizzato.
    L’applicazione del principio dell’autorappresentanza vorrebbe dire inoltre "spersonalizzare" in senso positivo la politica, sbarazzandosi una volta per tutte dalla schiera di pseudo-leader e capipopolo che ci ammorba, portandola ad essere espressione della moltitudine anziché di una ristretta cerchia di portatori di interessi particolari.

    Bisogna essere consapevoli che la strada qui prospettata ha bisogno di tempi medio-lunghi per portare ad una svolta effettiva e ciò soprattutto a causa della condizione di grave arretratezza culturale a cui è stato artatamente condotto il popolo italiano insieme agli altri popoli europei ma, pur in salita, è l'unica ad avere un respiro sufficientemente ampio per farsi interprete del radicale cambiamento che la fase storica ormai esige. Le guerre diffuse, l’entità dei fenomeni migratori, la débâcle economica, sociale e politica delle così dette democrazie occidentali, i cambiamenti climatici prodotti da un modello di sviluppo irresponsabile e insostenibile, sono tutti segni che dovrebbero indicarci l'urgenza di intraprenderla con decisione, per quanto ardua essa possa oggi apparire. In questo grave momento storico, servono senso di responsabilità e coraggio.
    Le scorciatoie elettoralistiche, come abbiamo ben visto dal fallimento dei reiterati tentativi in tal senso, non hanno possibilità di successo se non supportate da un “metodo” radicalmente nuovo.

    Se davvero Varoufakis, Loach, Eno e quant'altri vogliono favorire un cambiamento della politica di questa portata, dovrebbero limitarsi a "mettersi al servizio della causa", al pari di tutti gli altri che intendano aderirvi, seppur con il privilegio, da personaggi famosi quali sono, di poter fare da "testimonial pubblici" di questa nuova concezione della politica. In questo senso riterrei utile che si aprisse un confronto tra queste due diverse prospettive, coinvolgendo tanto Diem25 quanto qualsiasi altro soggetto antiliberista di cui sia però riscontrabile l'onestà intellettuale, precondizione per l'instaurarsi di qualsiasi sana e produttiva relazione e fattore che dovrebbe scagliare i politicanti di professione “alla Vendola”, per citarne uno, fuori dallo scenario politico.
    Se è indubbio che serva una forza politica in grado di spingere verso il cambiamento radicale di cui il paese, l’Europa e il mondo hanno estremo bisogno, essa deve avere le “carte in regola” per avere reali possibilità di successo: deve basarsi su di un principio di democrazia interna effettiva.

    Sul come, nei fatti, lavorare alla costruzione di questo percorso, dovremmo cercare nella direzione della messa a punto di "strumenti" che l'era informatica, in cui ci troviamo sempre più immersi, può mettere a disposizione della politica. In questo senso, la costruzione condivisa e la sperimentazione di architetture informatiche per lo scambio di informazioni, il confronto e la decisione collettiva, appaiono quanto mai utili a superare tanto il leaderismo e la delega tipiche dei partiti quanto l’assemblearismo confusionario e inconcludente, quando non palesemente “pilotato”, proprio dei movimenti sociali e politici.
    Se il sistema della rappresentanza ha costituito fino a ieri l’unica via per tentare di dare corpo al principio democratico in società popolose e complesse come le nostre, le ICT (Information and Communications Technology), che stanno di fatto cambiando il mondo in tutti i suoi aspetti, possono oggi consentirci di svicolarcene, riavvicinando la democrazia al suo significato proprio.
    Per avviare concretamente questa svolta profonda della Politica partendo da dove siamo, cioè dal basso, dovremmo impegnarci a diffondere questa concezione di una politica nuova, fondata su principi di orizzontalità e trasparenza che potremmo sintetizzare nel motto “una persona, un’idea, un voto”, interloquendo con tutti quei soggetti in grado di comprenderne la valenza, senza stancarci né demoralizzarci per la mancanza di risultati immediati. È un cambiamento culturale profondo e non solo politico, quello che deve avvenire e come tale ha bisogno di tempo e tanto lavoro. Si tratta di sospingere un vero e proprio di passaggio di paradigma.
    Purtroppo non basta desiderare un certo risultato per ottenerlo… Servono le giuste condizioni al contorno e una di queste è la presenza di una “massa critica” di persone sufficientemente consapevoli, libere e disposte a impegnarsi per il bene pubblico, in grado di avviare un processo che dovrebbe poi autoalimentarsi.
    Atteso che i soggetti, anche collettivi, positivamente attivi in Italia sono davvero molti e si direbbe che nessuno sia disposto a riconoscere ad uno di questi la legittimità a porsi come polo di un necessario processo di ricomposizione politica che metta fine all’assurda frammentazione che li tiene separati, incapaci di lavorare insieme in un progetto comune, è necessario favorire l’aggregazione di questa “massa critica” proponendo una sorta di “spazio vuoto” che funga da luogo neutro di incontro.

    Ognuno di noi, là dove si trova a vivere e operare, dovrebbe quindi iniziare a tessere relazioni, in questa prospettiva, verso tutti coloro che la possano condividere, cercando poi di co-organizzare un grande incontro aperto dedicato a delineare i principi di una filosofia politica nuova, fondata su orizzontalità, trasparenza, partecipazione e quindi superamento della rappresentanza politica tradizionale. Una sorta di brainstorming teso tra politica e scienze interdisciplinari (sociologia, scienze della comunicazione, informatica, teoria dei sistemi, ecc.) in grado di prefigurare e, in prospettiva, dare realtà al concetto marxiano di “intelligenza generale”.
    Per questa via, ed attraverso una fitta serie di incontri sui territori, si dovrebbe puntare ad avviare una vera e propria fase costituente che, dopo la vittoria del NO al referendum, fosse in grado di incardinare il principio di sovranità nel Popolo. La sfida è alta ma cambiare il corso della storia non è mai stata impresa semplice!


    Vincenzo Pellegrino




    P.S.: Credo sia doveroso da parte mia riconoscere come molte delle idee che sono qui esposte, siano maturate dal confronto sviluppatosi nel gruppo politico PrimalePersone, fuoriuscito, sulla base di un’istanza di democrazia interna, dal percorso di Altra Europa.

    Edited by Vincenzo Pellegrino2 - 12/1/2017, 15:12
     
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  2. Paolo Barbieri 72
     
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    Illustre sig Pellegrino,

    (che già in passato ha abbandonato le sue dissertazioni alla primitiva esposizione facendoci mancare e lasciandoci in ansiogena attesa delle sue repliche), dopo aver valutato le gravissime condizioni del presente, ci propone una via d'uscita che prevede, a suo dire, tempi medio-lunghi... Saremo ancora in tempo alle calende greche a partecipare alla festa?

    Poi assegna questo compito di salvezza a quel "basso" portato al regresso dal potere cinico e baro, a quel "basso" a cui l'OCSE assegna, bontà sua, un 47% di analfabetismo funzionale, ma che saprà validamente fare propria sia la piattaforma interattiva che la cultura indispensabile a disegnare il futuro di un grande Paese, che i leaders naturali, quelli dotati delle indispensabili qualità di rigore morale e culturale come dell'orientamento al bene comune, devono essere ricondotti, obtorto collo, nel "basso" perchè uno vale uno, perchè il senatore Razzi vale quanto il senatore Rubbia anche se di Razzi ne abbiamo decine di milioni e di Nobel solo UNO...

    Eppure è risaputo che più un popolo è in difficoltà culturali, più ha bisogno di guide riconosciute e più tende a diffidare logicamente del proprio simile vicino!

    Oppure prevede di compiere prventivamente quella rivoluzione culturale che richiede generazioni?

    Le domando: "Ha mai partecipato ad una riunione di condominio? Ci vada che le sarà di aiuto nell'assumere le guide per disegnare il futuro del Paese!"

    Mi fermo qui, lo sconcerto mi angoscia...

     
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  3. Jacopo Tolja
     
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    Carissimo Pellegrino che piacere leggerla e che piacere sentirsi già parte di questo nuovo paradigma avendolo analizzato e per questo prodotto la piattaforma decisionale secondo un metodo democratico e con tutti le funzioni atte a darle la necessaria flessibilità.
    Quello che manca è solo l'aggregante, perchè se poi già in risposta si rema contro come fa serenamente il Barbieri che non riesce a vederla realizzata e spara solvente ci si sente veramente spiazzati.
    Io ci sono e so che ce ne sono tanti altri e non ci serve avere il 47% checchè ne dica L'OCSE. ma bisogna cercare di aggregarci e di lavorare collaborativamente.
    Io ci sono e la piattaforma decisionale è pronta airesis.it/italia ma bisogna implementarla, l'associazione tecnologie democratiche tecnologiedemocratiche.it se ne è fatta carico ma abbiamo bisogno di aggregazione per esserci altrimenti si rischia di sparire.
    Se poi penso cosa è riuscito a fare un gruppetto di valorosi volontari senza soldi ma con tanta voglia ed entusiasmo so per certo che con un vero gruppo di nuovi democratici potrebbe tornare l'entusiasmo.
    La piattaforma si chiama airesis.it è open source e l'associazione è disponibile a continuare il progetto se ce ne fosse la volontà.
    Un caro saluto
    Jacopo Tolja [email protected]
     
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  4. Paolo Barbieri 72
     
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    Caro Jacopo, non sono affatto sereno, se mai angosciato, nel dover prendere atto di quel 47% di fonte OCSE, purtroppo confermato e ampliato ieri leggendo del prof De Mauro, studioso del linguaggio applicato alle persone, che faceva ascendere la capacità di capire comunicazioni bancarie o istruzioni sui medicinali, ad una % vicina al 2o più che al 3o (pag 35 di la Repubblica).

    Lei parrebbe troppo sereno sulle fulgide sorti della piattaforma AIRESIS che non è proprio nata ieri, ma, chissà perché, non conosce quel successo che secondo lei sarebbe scontato nonostante quel 47%.

    E mi dica serenamente, per quale ragione il m5s, che sulle piattaforme di e - democrazia ha fondato la sua esistenza, ad ogni iniziativa lanciata sul web riceve di ritorno una % insignificante di klic, sia rispetto ai milioni di voti ottenuti,sia verso gli iscritti?

    Sono anche anni che si favoleggia di "democrazia partecipativa" e che purtroppo rimane una bella intenzione: per quale maledetto incantesimo la sua serena fiducia in AIRESIS o quella del sig Pellegrino nella dem. partecipativa rimangono deluse?.

    A me poi parrebbe evidente, e cmq lo confermo, che le mie perlessità siano più rivolte all'esaltazione del "basso" che alla piattaforma in se, che resta solo uno strumento, magari molto funzionale, magari non istintivamente, non facilmente per quel basso.

    Un saluto molto più angosciato che sereno.

    Paolo Barbieri

    Edited by Paolo Barbieri 72 - 7/1/2017, 13:02
     
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  5. Jacopo Tolja
     
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    Buongiorno Paolo accolgo le sue preoccupazioni e le condivido soprattutto sul livello intellettivo registrato nel nostro paese. Quello che osservo è però un costante ed inesorabile continuo decadimento che secondo me è stato provocato e gestito ed al quale tentar di da rimedio singolarmente sembra l'unica soluzione e quando lo si fa si viene criticati come asociali. Qui dovrei dilungarmi ma rimaniamo nel tema. Il linguaggio delle regole e della legge, e prendo ad esempio la costituzione a noi tanto cara, deve essere semplice e chiaro e tale deve rimanere in future e condivise revisioni ed in future leggi. Oggi invece vogliono rendere tutto interpretabile cosi che non ci sia la possibilità di chiarezza e coloro che sono stati "delegati" ci si divertono. Ho letto anch'io la deforma e proprio il non riuscire a capirla è stato uno dei determinanti del mio no. Riguardo alla situazione di Airesis io come membro onorario e pure pagante nell'associazione Tecnologie Democratiche vi dico che la situazione non è rosea, eravamo 15 di cui 5 veramente coinvolti e abbiamo fatto di tutto per far funzionare la piattaforma, cercare i fondi, programmare, fare analisi, fare testing, votare le migliorie che dovevano avere priorità in base alle limitate risorse e fornirla gratuitamente pensando che gente come il CDC ci avrebbe aiutato e sponsorizzato. 0 zero assoluto, molti gruppi del M5S ci hanno aiutato indipendentemente e quando Grillo ha cominciato a mandare lettere di avvocati per non lasciare utilizzare il suo simbolo su gruppi regionali o nazionali si sono spenti quei pochi barlumi di speranza. Il server è pagato fino a giugno ma al momento non ci sono sviluppi dato che il programmatore principale ora è strapagato in Svizzera per la sua competenza. Comunque Airesis è un progetto ITALIANO OPEN SOURCE che è fondamentale per chi ne capisce i concetti, io ho curato fino a quando avevamo l'energia positiva le traduzioni in 13 lingue e numerose localizzazioni.
    Se lei si firma:
    "Sovranità Popolare REALIZZATA, non solo enunciata, e Democrazia Diretta Propositiva per Rilanciare la qualità della Democrazia e blindare lo Spirito Originale ed Autentico della Costituzione!" per cortesia mi faccia sapere come intendete realizzarla. Io un piano lo avevo è ancora fattibile e può essere migliorato e si trova qui airesis.it/italia ma dipende dal numero di partecipanti e dalla partecipazione. Internet e i suoi strumenti sono maturati recentemente per poter dare alla democrazia partecipativa la speranza di diventare realtà. Noi di Tecnologie Democratiche abbiamo dato e adesso tirate fuori un po di soldi se volete che questo progetto non crepi e fate vedere di che pasta veramente siete fatti per farlo crescere, si tratta solo di partecipazione.
    Ma la partecipazione deve dare risultati concreti altrimenti che cavolo partecipo a fare, ora è una perdita di tempo se si costruiscono proposte che non vedranno mai la luce. È il classico circolo vizioso che può diventare virtuoso se e quando si concretizza. Ho partecipato alla riunione di Roma del 18 Marzo, mi sentivo tra gente che avrebbe potuto veramente fare la differenza e con lo svolgersi del confronto mi sono reso conto di essere circondato da persone che si autoreferenziavano e non avevano nessuna visione. Io vivo di visioni altrimenti o mi sparo o divento un terrorista, ho chiesto il microfono per poter presentare il progetto costituente alternativo e non mi è stato permesso mentre ascoltavo da ogni presentatore le stesse ripetizioni ad oltranza.
    Il no avrebbe vinto anche senza il CDC, il no ha vinto perchè gli italiani non sono cosi stupidi come l'OCSE ci vuole far credere.
    Io credo in una democrazia diretta e dinamica dove le leggi verranno costruite da coloro che partecipano al processo propositivo, non necessariamente tutti, ma dove tutti potranno esprimere il loro voto sulle soluzioni proposte. La politica sarà fatta dalle idee e non dalle persone. Vedo in questo processo una società migliore che cura se stessa dai mali che si presentano con soluzioni vere e a lungo termine. Non è una favola perchè è l'unica soluzione che ci resta.
    Spero solo che gli italiani se ne accorgano prima degli altri, per il momento piattaforme come Airesis non ne esistono tante e quella del M5S è proprietaria e chiusa ad un unico partito. Proprietaria vuol dire che ti devi fidare e io non mi fido se non è open source e elaborata apertamente.
    Spero che qualcuno del CDC capisca questi concetti e si metta a coordinare le sfide necessarie perchè airesis.it/italia diventi il collante che ci aggrega nel fare proposte collettive cosi ben fatte che tutti vorranno parteciparvi perchè saremo cosi numerosi che un qualsiasi governo dovrà fare i conti con la sovranità popolare REALIZZATA.
    Con la speranza, l'ottimismo e la voglia di vivere in una società migliore i miei più sinceri saluti
    Jacopo Tolja
     
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  6. Paolo Barbieri 72
     
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    CITAZIONE
    "Sovranità Popolare REALIZZATA, non solo enunciata, e Democrazia Diretta Propositiva per Rilanciare la qualità della Democrazia e blindare lo Spirito Originale ed Autentico della Costituzione!" per cortesia mi faccia sapere come intendete realizzarla.

    Io sono un anziano predigitale e sono solo dietro quella "firma". Firma che pensavo e penso sia realizzabile con l'esercizio sinenegico degli artt 71 e 50 della C., con la sottoscrizione di un'agenda di progetti di legge e riforme bollinate dalla miglior elite sociale ancora disponibile nel Paese. Non ho mai pensato ad una piattaforma di e-democrazia, affidando la spinta propulsiva ed aggregante sia ai temi dei progetti, che dovranno soddisfare le attese di cambiamento, sia all'autorevolezza dell'elite che dovrebbe assumere la guida del percorso, soddisfacendo la ricerca di affidabilità e credibilità dell'intera Cittadinanza, più o meno evoluta.
    CITAZIONE
    Il no avrebbe vinto anche senza il CDC, il no ha vinto perchè gli italiani non sono cosi stupidi come l'OCSE ci vuole far credere.

    CITAZIONE
    Ho partecipato alla riunione di Roma del 18 Marzo, mi sentivo tra gente che avrebbe potuto veramente fare la differenza e con lo svolgersi del confronto mi sono reso conto di essere circondato da persone che si autoreferenziavano e non avevano nessuna visione. Io vivo di visioni altrimenti o mi sparo o divento un terrorista, ho chiesto il microfono per poter presentare il progetto costituente alternativo e non mi è stato permesso mentre ascoltavo da ogni presentatore le stesse ripetizioni ad oltranza.

    Non trova che la seconda citazione contraddica la prima?
    CITAZIONE
    La politica sarà fatta dalle idee e non dalle persone.

    E' risaputo e consolidato che le idee camminino con le gambe (e le teste) delle persone che le rappressentano. Ha memoria del segretario del PSI sig. Bettino Craxi? O dei rappresentanti dell'Italia dei Valori sigg. Sergio De Gregorio e Antonio Razzi?
    CITAZIONE
    Vedo in questo processo una società migliore che cura se stessa dai mali che si presentano con soluzioni vere e a lungo termine. Non è una favola perchè è l'unica soluzione che ci resta.

    Questa è una visione che ho anch'io, ma proiettata nel futuro, dopo che Parlamenti orientati al bene comune abbiano avviato un percorso di evoluzione culturale della Cittadinanza, invertendo quello di regresso.
    CITAZIONE
    Spero che qualcuno del CDC capisca questi concetti e si metta a coordinare le sfide necessarie perchè airesis.it/italia diventi il collante che ci aggrega nel fare proposte collettive cosi ben fatte che tutti vorranno parteciparvi perchè saremo cosi numerosi che un qualsiasi governo dovrà fare i conti con la sovranità popolare REALIZZATA.

    Anch'io ho sperato che capissero un percorso costituzionale semplice e limpido, che non aveva neppure bisogno di piattaforme... Cmq mi lasci dire che la piattaforma non potrà essere il collante: questa funzione può essere esercitata solo dai contenuti dei progetti e dall'autorevolezza dei promotori in un momento in cui la politica ha il 5/6% di fiducia e la diffidenza verso il prossimo arriva la 63% www.demos.it/a01341.php . E più le persone sono culturalmente impoverite, più hanno bisogno di un faro ben visibile e riconosciuto da seguire.

    E una Sovranità Popolare REALIZZATA, non dovrà fare i conti con nessun governo, ma solo "dettare le leggi".

    Mi apiace che il suo impegno e la sua abilità non trovino accoglienza presso alcuno dei tanti gruppi che si riempiono la bocca come le pagine, di "democrazia partecipativa" e che, mentre predicano nella palude con i liquami alla gola, si danno tempi medio-lunghi per uscirne.

    Saluti e auguri per un Paese migliore.

    Paolo Barbieri
     
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  7. Jacopo Tolja
     
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    Gentile Paolo le rispondo per punti. Sono un 50 poco digitalizzato perchè i computer quando ero nel fiore del mio percorso formativo avevano uno schermo nero con una c e due puntini lampeggianti e non li trovavo interessanti, poi negli anni 90 un giorno mi hanno fatto vedere "MOSAIC" un progetto del cern in quel momento guidato dal nostro Rubbia e mi trovavo negli Stati Uniti e in pochi minuti mi sono trovato a chattare con studenti dell'università di Pisa, fulminato dalle possibilità quel giorno ho pensato alla democrazia diretta che quel sistema avrebbe potuto far nascere. Era il lontano 93 e prima ancora di Democrazia Diretta ho pensato ad una gestione di progetti umanitari gestiti dalla collettività attraverso un sistema di condivisione e di collaborazione online. ANAHUMANET Anarchic Humanitarian Network pensato dopo essere stato reduce da un'avventura in Africa in solitario per aiutare l'emergenza Somala del 90 e per essere stato schifato da quello che vedevo sul campo, da manitese a care international la stessa unicef e unhcr. Ho visto il peggio di quello che doveva essere il meglio della cooperazione.
    Cosi mi sono digitalizzato e il percorso è stato duro e pieno di schifezze perche speravo di poter fare veramente una differenza. Invece sono stato preso per i fondelli e sfruttato come un cavallo che tira un carro per raggiungere la carota appesa ad un filo davanti al suo naso. Nove anni di duro lavoro per trovarmi con un pugno di mosche. Oggi negli Stati Uniti vorrei evitare di andarci pur avendo due dei miei quattro figli che li sono residenti.
    Ancora oggi sto dedicando gran parte del mio tempo per preparare i miei più giovani figli alle sfide del futuro e creare per loro un mondo migliore di quello che ho visto decadere nel tempo. Mi sono perso!

    Degli articoli 71 e 51 non mi risulta che siano mai stati presi in considerazione, i padri costituenti ci hanno dato la sovranità e per questo non hanno aggiunto l'obbligo nei suddetti articoli, forse recentemente una petizione su change o su avaaz è stata risolta in parlamento ma comunque una rarità che non fa testo.
    Comunque rispetto il suo ottimismo, se solo la costituzione venisse rispettata!!

    Secondo me le due citazioni sono esattamente una la conferma dell'altra, il 18 mi sono presentato con tutto il mio spirito a Roma ho ascoltato tutti con attenzione ma non ho trovato niente se non la voglia di confermarsi l'un l'altro. Niente di propositivo solo si parlava di no e perché no e quale no.
    Poi c'erano i rappresentanti degli altri referendum, scuola e piattaforme petrolifere. Sinceramente al mio arrivo ero molto più entusiasta di quando sono uscito.
    Avevo prodotto dei volantini che parlavano di Airesis ma penso che nessuno ne abbia letto il contenuto perchè non c'è stato nessun contatto.
    Il no invece ha vinto con un tale scarto anche se non ci fosse stato il CDC, lo dico perchè lo credo fermamente.

    le migliori idee non sono mai state generate da rappresentanti politici.

    I parlamenti pieni di delegati non avvieranno mai un percorso di evoluzione culturale della cittadinanza e glielo spiego come diceva Montesquieu "chiunque abbia potere è portato ad abusarne; egli arriva sin dove non trova limiti" ma ancora più interessante il concetto "Perché non si possa abusare del potere occorre che [...] il potere arresti il potere" quindi esercitandolo su me stesso o su noi stessi direttamente; mi fermo o ci fermiamo dove raggiungiamo il massimo dei nostri interessi! Ecco il bello, questa volta e come sempre gli interessi degli interessati sono legalizzati dagli interessati.

    Auspico di mettere mettere il piddino, il movimentista, il sindacalista, il cattolico, l'ateo, il fascista il borghese l'operaio lo studente e tutte le altre sigle immaginabili a partecipare al gioco della democrazia; eliminando completamente il potere legislativo, quello decisionale amministrativo e delegando solo la pura amministrazione con potenti strumenti di controllo e totale trasparenza e lasciando indipendente il potere giudiziario che non dovrà più preoccuparsi di controllare il legislativo ma solo di occuparsi delle liti tra privati.

    Il regresso che lei menziona è funzionale al mantenimento dello status quo, le coscienze dei semplici sono assuefatte alle convinzioni che la democrazia buona è quella delegata, e quella cattiva è quella diretta. Si vuole far credere che il popolo è populista mentre le elite bene educate sanno discernere quanto giusto sia far vivere due maschi che si amano o quanti soldi devono essere dati per comperare armi e quanti per riparare le scuole.

    Finché c'era una crescita economica di espansione era facile mantenere un livello soddisfacente di "gradimento" nella politica anche se quella rubava a piene mani e ci creava il debito che pagheremo per i prossimi decenni (Craxi).
    Ora siamo alla frutta ed è arrivato il conto e quelli che governano adesso (Renzi) vivono solo di promesse che non possono mantenere o menzogne ben mediate e fondano il loro potere sul lavoro di "comunicazione "che ci è stato propinato dai media per cui non si capisce niente e tutto sembra complicato.

    Secondo me il tutto si gioca sulla semplicità, far capire al semplice che quello che gli vogliono far percepire come complicatissimo in effetti non lo è e se complesso lo si può comunque affrontare a piccoli passi.
    Io credo anche nei sempliciotti, la mia innata fiducia nel genere umano sta nel fatto che credo che darà buone soluzioni ai problemi del nostro tempo creando un circolo virtuoso nel quale la società lentamente migliorerà.
    Ci vuole solo partecipazione.

    La tecnologia può fare, quello che Platone Aristotele, Locke, Montesquieu, Rousseau, Hegel e tanti altri non hanno potuto neanche ipotizzare. Questa è la vera novità.
    Per essere credibile dovrà essere comunicata facendo vedere esattamente come sia facile farla funzionare se tutti fanno la loro piccola parte.
    Cordiali Saluti
    Jacopo
     
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  8. Paolo Barbieri 72
     
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    Caro Jacopo,
    mi resta proprio difficile credere che uno strumento tecnologico, sia pure eccellente come AIRESIS, possa cambiare la qualità media di una Cittadinanza indotta ad un regresso culturale per meglio orientare e controllare il consenso, e far sì che diventi una collettività capace di attivare un circolo virtuoso in accelerazione continua.

    Neppure capisco come ritenga impossibile che 630 persone in Parlamento possano occuparsi del bene comune, e non solo del proprio, con generoso impegno, mettendovi tutte le proprie potenzialità: se lei è stato ed è capace di farlo, è almeno possibile che succeda anche a qualche altra persona su 60 milioni. Basta selezionarle facendo riferimento alla loro storia personale e non alla autopromozione.

    Le citazioni: nella prima afferma che gli Italiani "non sono così stupidi come l'OCSE ci vuol far credere" e nella seconda pare affermi proprio la loro stupidità (a meno che non pensi che quel comportamento sia una lucida strategia finalizzata a qualche vantaggio personale che non vedo). E' drammatico scoprire che ogni volta ci si trovi immersi in un confronto, quasi nessuno lo affronti abbandonando le proprie certezze assolute per lasciare spazio all'accettazione dei vari contributi più funzionali per raggiungere l'obiettivo comune, ed ognuno sia impegnatissimo a difendere il proprio pensiero a qualunque costo, facendo di questa difesa l'obiettivo fondamentale: umiltà perduta e tempo sprecato!

    CITAZIONE
    le migliori idee non sono mai state generate da rappresentanti politici.

    Negli ultimi decenni è sicuramente così: le eccellenze sono state emarginate dalla politica e dalle istituzioni poi occupate dalla mediocrità. Ma nel ventennio fascista e fino al primo dopoguerra, eminenti politici hanno prodotto grandi idee. Non sono uno storico, ne molto istruito, ma ricordo qualche nome: Gramsci, f.lli Gobetti, Matteotti, Turati, Bobbio, Lombardi, Berlinguer, etc. Per produrre idee di progresso, ci vuole una solida cultura oltrechè la personalità orientata in quel senso, più alla riflessione che alla competizione per il potere: questo è il gap che fa salire al potere la mediocrità ed espelle la cultura.

    E' vero che gli artt 71 e 50 non sono mai stati presi in considerazione e che non hanno mai prodotto un risultato. Questo è successo per l'arroganza della casta e per l'esiguo numero delle firme che sostenevano quei tentativi, che non potevano certo ritenersi una Sovranità Realizzata, ma solo un gruppo di persone (il tentativo più grande 380 mila firme): il mio suggerimento ritiene che la soglia minima della SP si Realizzi con la metà + uno del quorum, cioè circa 12,5 milioni di firme, ottenibili abbastanza semplicemente con l'esercizio congiunto e sinergico degli artt citati, cioè inserendo i progetti di legge e di rifortme redatti e sottoscritti secondo il 71 con firme certificate, in una formale petizione alle Camere secondo il 50 ed invitando la Cittadinanza a sottoscrivere con firme che non abbisognano della certificazione e che si possono raccogliere dovunque, fino a raggiungere 12,5 milioni.

    Personalmente credo che la funzione ottimale della SPRealizzata, possa estrinsecarsi al meglio "imponendo" a questo Parlamento i progetti elaborati dai promotori (i promotori) del CDC (che sono un'elite culturale del Paese) e poi portare in Parlamento le persone strappandole alle loro abituali occupazioni, affidando a loro il futuro del Paese: non credo che la bassa qualità media della Cittadinanza, in virtù di uno strumento tecnologico, anche semplice da utilizzare, anche funzionale per la "democrazia partecipativa", possa produrre ottime idee indispensabili per condurre un grande Paese. Credo che questa funzione tocchi all'"aristocrazia naturale" di cui dispone la collettività, quella che è stata emarginata dalle istituzioni e che si è sentita in dovere di scendere in campo a difesa della qualità della democrazia, senza alcun interesse personale.

    Saluti. Paolo Barbieri
     
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  9. Vincenzo Pellegrino2
     
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    Caro Jacopo,
    ho letto solo ora i tuoi post e mi scuso se rispondo in ritardo.

    Come avrei letto nel P.S. del mio contributo, devo molto della mia elaborazione al percorso e al dibattito svoltosi nell'Associazione PrimalePersone.
    Noi usiamo LiquidfeedBack come piattaforma decisionale ma credo sia del tutto marginale quale software si intenda utilizzare: ciò che conta davvero è il principio dell'autorappresentanza e della democrazia diretta.

    Sono convinto che di associazioni come le nostre ve ne siano molte in Italia e ancor più persone che la pensano come noi. Purtroppo, come tu stesso hai evidenziato, la cosa difficile è trovare il giusto modo per dare il via alla ricomposizione di tutte queste forze positive.

    Purtroppo, in tempi di profonda crisi di un modello di società come quelli che stiamo vivendo, predominano cinismo e scetticismo, come ben dimostrano le posizioni qui espresse da Barbieri, il quale non ha alcuna fiducia nel Popolo italiano e, conseguentemente, nella Costituzione stessa, che fonda la sovranità proprio su di esso!

    Credo anch'io che il CDC e i Comitati per il NO non possano intestarsi la vittoria del referendum, se non altro per il fatto che la loro propaganda è stata oggetto di oscuramento e censura da parte dei media dell'establishment. Questa vittoria è di tutto il Popolo italiano che, in un frangente difficilissimo della storia del paese, ha avuto la coscienza per respingere un criminale attacco alla sua Costituzione.

    L'assemblea dei Comitati per il NO del 21 gennaio a Roma, dovrebbe avere al centro del suo dibattito gli argomenti fondamentali di cui stiamo qui parlando ma temo che il mainstream sia quello dell'autoreferenzialità e della strutturazione gerarchica. Purtroppo non riuscirò a partecipare ma spero che alcuni aderenti alla mia associazione e tante altre persone come noi possano esserci per porre con forza e senza troppa timidezza l'esigenza di rinnovare la politica dalle sue radici!

    Copio/incollo qui un messaggio che ho recentemente inviato alla mailing list del Coordinamento Veneto per la Costituzione i cui contenuti sono inerenti all'argomento di questa conversazione.

    Se davvero i Comitati per il NO intendono rimanere operativi, ponendosi a presidio permanete del rispetto della Costituzione e, cosa ancor più importante, promuovendone finalmente l'effettiva attuazione, è prioritario che il Coordinamento veneto per la Costituzione così come il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ed i singoli comitati si mettano in condizione di operare con effettivo metodo democratico, evitando nel modo più assoluto di replicare un sistema basato su delega e rappresentanza analogo a quello dei partiti.
    A mio avviso, condizione necessaria perché si possa avviare un inedito processo di autentico "protagonismo dal basso", dove ogni singola persona possa contribuire in modo paritetico all'assunzione delle decisioni di interesse collettivo, è indispensabile abbracciare e fare proprio il principio egalitario, in base al quale tutti i cittadini hanno o stesso peso nell'assunzione delle decisioni.
    In un mio recente scritto, postato anche su questa mailing list, ho cercato di spiegare le ragioni di questa posizione nonché la sua attualità, ma si direbbe che quanto da me evidenziato sia rimasto, qui, lettera morta.

    Dato che il Coordinamento veneto così come il CDC nazionale, sembrano intenzionati a svolgere l'ambizioso ruolo di baluardi e promotori della democrazia, è evidente che questo non si può ridurre a una semplice dichiarazione d'intenti bensì deve tradursi in una prassi concretissima e sostanziale.
    Serve superare definitivamente tanto il meccanismo di delega/rappresentanza tipico dei parti, quanto l'assemblearismo spesso confusionario e inconcludente proprio dei movimenti. Chiunque può presentare mozioni o proposte scritte, che, a seguito di adeguato confronto e discussione, vengono sottoposte ad approvazione attraverso una "piattaforma decisionale". Chiunque può presentare emendamenti e controproposte. È evidente che un simile sistema deve essere architettato, realizzato e posto in sperimentazione con la massima trasparenza e con la collaborazione di tutt*.

    Spero che all'incontro del CVC del 14 gennaio, questo elemento discriminante, la democrazia all'interno delle nostre organizzazioni, sia posto come fattore prioritario e che su di esso possa esservi una convergenza unanime. Se invece si punterà ancora una volta ad una specie di sistema federativo, con capi, capetti, delegati e rappresentanti dei vari comitati e comitatini, il processo fallirà ed il percorso positivo avviato con la campagna per il NO al referendum costituzionale, si disperderà nel nulla, cosa che nessuno di noi sembra volere.

    Metto in CC anche Felice Besostri, particolarmente attivo sul fronte del proseguimento dell'attività dei comitati per il NO e, nel contempo, ben al corrente di quella che è la proposta metodologica maturata in PrimalePersone, e Domenico Gallo, instancabile attivista del CDC, al qualche chiedo di farsi latore della stessa proposta in quel contesto (purtroppo, a proposito di democrazia, il CDC non dispone ad oggi di una mailing list aperta in scrittura).

    Vorrei che sul dirimente "problema di metodo" che qui torno a porre si potesse riscontrare un'ampia condivisione ed avviare così il grandissimo lavoro di progettazione e messa a punto degli "strumenti" necessari, o quanto meno si aprisse un dibattito all'altezza con la centralità della questione posta.

    Un caro saluto.


    Vincenzo
     
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  10. Paolo Barbieri 72
     
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    Illustre sig. Pellegrino,

    recentemente è mancato al Paese un altro faro culturale, il prof. De Mauro, universalmente meritatamente stimato, studioso della lingua e del linguaggio. Ebbene su la Repubblica del 6 o 7 scorso a pag 35 si riportava uno studio del prof. che asseriva come solo una % tra il 20 e il 30, ma più vicina al 20%, fosse in grado di capire informazioni bancarie o istruzioni allegate ad un medicinale.

    Io non sono affatto cinico e scettico, ma semplicemente realista. Conosco bene il "basso" perchè ne faccio parte e lo frequento quotidianamente, essendo solo un servo della gleba che è giusto riuscito a drizzare la schiena per poter guardare un po' più lontano. Non mi sono mai permesso di definire, come è in largo uso, il popolo con epiteti offensivi, gregge, bue, lobotomizzato, di m...., etc, e ne porto tutto il rispetto che si deve alle persone, ancor di più quando si riconoscono vittime di sopruso e raggiro da chi doveva condurle verso un'evoluzione continua.

    In una società complessa e difficile, è giusto che ognuno trovi il suo ruolo cmq essenziale e dignitoso per il buon funzionamento della stessa. Per questo è giusto che al prof. Rubbia tocchi occuparsi di energie alternative dal sole e magari condurre il ministero che di esse di occupi in un grande Paese, e a Razzi debba toccare di condurre l'auto del prof, mentre lo stesso sul sedile posteriore parla al telefono o klicca sul suo pc. Perchè un premio Nobel che guidi l'auto, è uno spreco che il Paese non si dovrebbe permettere, proprio come un Razzi in Parlamento...

    Ma lei pensa di essere più democratico e rispettoso del Popolo perchè vuole coinvolgerlo nella "democrazia diretta"... Bene continui così e sia fiero della sua democraticità, ma non s'illuda che si possa uscire dalla palude se a dover guidarci fuori sarà quel "basso" che, secondo lo stimato prof De Mauro, è in grado di comprendere le istruzioni allegate ad un farmaco in poco più del 20%.

    http://www.lastampa.it/2017/01/10/blogs/il...EUO/pagina.html
    Il 70 per cento degli italiani è analfabeta (legge, guarda, ascolta, ma non capisce)...
    Diceva Tullio De Mauro, il più noto linguista italiano, ministro anche della Pubblica Istruzione ..., che più del 50 per cento degli italiani si informa (o non si informa), vota (o non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge le complessità, ma che anche davanti a un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale) é capace di una comprensione appena basilare.

    Paolo Barbieri

    Edited by Paolo Barbieri 72 - 12/1/2017, 20:55
     
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  11. Jacopo Tolja
     
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    Paolo per piacere si ricreda, un sistema che è ingegnerizzato per elevare i contributi intelligenti e viceversa per quelli stupidi, crea una sintesi di facile lettura.
    Così come Razzi dovrebbe pascolare delle pecore nella sua regione, per il ruolo di autista di Rubbia mi offro io che sarei onorato della compagnia del professore! Non ci sarà mai la partecipazione di tutti alla stesura di proposte e se anche apprezzata, come dice lei e come ha detto lo scomparso De Mauro, per loro sarebbe difficile elaborarla. Ma come l'illuminazione non è riservata ai budda, anche alle persone più semplici DEVE essere data l'opportunità di partecipare.
    Poi la cacofonia da loro generata, il sistema se ben ingegnerizzato, la mette in disparte facendo solo sentire la sinfonia. Io penso che anche Razzi da buon pastore potrebbe poi generare qualche gemma di saggezza soprattutto se la decisione che si deve prendere e la proposta che si sta elaborando riguarda la pastorizia o rimettere dei lupi in libertà in qualche specifica area. Spero di esserrmi spiegato. Il sistema che faticosamente abbiamo ingegnerizzato ma che può essere migliorato specialmente se degli ESPERTI di democrazia ne analizzano le dinamiche funzionali e trovano migliorie. Quello che però è poi necessario è che il voto alle proposte sia dato a tutti gli aventi diritto, maggiornenni e vaccinati. Quando ho partecipato alla riunione del CDC a Roma i limiti dello spazio e del tempo erano il maggior danno. Ci siamo incontrati in una saletta per ascoltare RIPETIZIONI cioè gente che nei loro discorsi aveva scritto molte cose IDENTICHE.
    Ora io non sono molto intelligente ma mi annoio tremendamente quando anche il mio tempo è sprecato. Sarebbe stato molto più utile riunirsi contribuendo a formulare delle proposte on line, votarle e poi utilizzare l'evento per esprimerle e far votarle anche a quelli (tanti) che si rifiutano di utilizzare mezzi informatici perchè non capaci.
    Ed ecco un grande dilemma quelli che sanno pensare ed hanno capacità critica sviluppata in tanti anni di studi e di riflessioni sono ignoranti sui metodi dirompenti che la rete offre. La rete è l'unica speranza per unire in maniera autosufficiente queste energie.
    Siamo in un periodo di transizione, lo smartphone ha solo 10 anni di vita e la rete in Italia una ventina, QUESTO È IL MOMENTO DI AGIRE ! e non lasciamo che venga deviato dai leader del M5S. Facciamo capire a tutti che la piattaforma DEVE essere aperta a tutti gli aventi diritto non per decisioni interne ma per TUTTE divise per interessi e aree geografiche a seconda dei problemi che si affrontano. La politica dei politici sta tirando le cuoia ed è come la fiamma di una candela che prima di spegnersi lancia qualche ultimo barlume. È ora di democrazia E IO VOGLIO ESSERE INTERPELLATO poi se decido di votare o meno sono fatti miei. Come Aristotele mi interessa più che ci sia e sia usato il mezzo piuttosto che utilizzarlo!

    Un caro saluto

    jacopo
     
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  12. Paolo Barbieri 72
     
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    Mi consideri pure già ricreduto se il sistema sa spegnere la cacofonia della riunione condominiale e selezionare la sinfonia della Scala. Mi sembra di aver scritto che i tempi non sarebbero ancora maturi e lei mi conferma che lo smartphone ha solo 10 anni e la rete 20: quindi in una società anziana forse è ancora presto. Ma, come scrivevo, i suoi interlocutori naturali sarebbero quei signori che ingolfano discorsi e documenti con l'espressione altisonante di "democrazia partecipativa" e poi l'ascoltano meno di quanto faccia io.

    Chiarito il mio atteggiamento per la piattaforma ARESIS e la fiducia in un suo prossimo futuro di successo, veniamo all'attualità: c'è il Paese da lustri e decenni con l'acqua alla gola che attende riforme come il deserto l'acqua; c'è il Comitato per il NO, un'elite culturale che per la sua storia e l'impegno profuso in questa occasione referendaria, riscuote la fiducia che i partiti hanno perduto (gliene resta un 5% CENSIS, DEMOS), ed è in grado di redigere in articoli e mettere in bella copia leggi e riforme attese dalla Cittadinanza e dal Paese di cui si discute dai soliti lustri e decenni (legge elettorale come quelle indicate da Gratteri lunedì scorso a Presa Diretta, etc.); quel consenso avuto il 4/12 facilmente trasferibile...

    Poi se preferiamo utilizzare la piattaforma e la rete perchè sarebbe più veloce, visto che la sinfonia la scrivono cmq qauelli del piano attico, sono disponbile a qualunque incarico di utile manovalanza!

    Paolo Barbieri

    p.s. al prof. Rubbia farei anche la colf pur di poter avere il privilegio di frequentarlo!
     
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  13. Jacopo Tolja
     
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    Grazie Paolo
    lungi dall'essere perfetto, anzi, Airesis, resta uno degli strumenti più intuitivi se non il più intuitivo dato che non ne esistono molti che abbiano una funzione di costruzione di proposte. Mentre sul lato del voto è veramente al di sopra di un qualsivoglia sistema cartaceo, perchè è possibile votare e trovare utilizzando un sistema di "range voting" nel caso di scelte multiple la scelta che raccoglie il maggior consenso. Se desidera approfondire il tema suggerisco http://rangevoting.org/ .
    Resta molto da programmare per rendere il processo propositivo in Airesis più indipendente dal relatore (usando le sue parole... il gruppo dell'attico), figura che credo non potrà essere eliminata ma che in Airesis può essere eseguita da più relatori per condividere il peso del lavoro e mantenere obbiettivo il processo. La responsabilità del relatore è quella di integrare nelle proposte i contributi che hanno raccolto il maggior consenso, ecco che più alta è la partecipazione e più facile sarà il suo/loro lavoro perchè i contributi considerati più "intelligenti" cioè che hanno raccolto molti "mi piace" o "concordo" si troveranno in pole position mentre quelli che hanno raccolto molti "non mi piace" o "non concordo" finiranno in coda e non verranno presi in considerazione perchè inutili. Questo più o meno è il funzionamento di base, quindi il problema resta "l'ufficialità" che viene data alla piattaforma da parte di un organizzazione, preferisco non usare il termine di partito perchè altrimenti sarebbe già di per sè di parte.
    Quindi riallacciandomi al tema di questo "topic" in questo forum potremmo dire che, se il CDC decidesse di utilizzare una piattaforma online (io personalmente patteggio perchè sia Airesis perchè la conosco e ho lavorato tra i volontari che l'hanno sviluppata e ne conosco pregi e difetti, ma come dice il Sig. Pellegrino potrebbe essere anche un'altra non è questo il punto) Fondamentalmente sarebbe il concetto e la volontà di cambiare sistema che rimuoverebbe in un sol colpo la CRISI DELLA DEMOCRAZIA COME CRISI DELLA RAPPRESENTANZA..
    Quindi per il momento e se vogliamo dare forti fondamenta a questa iniziativa direi che ci dovremmo adoperare per riconoscere questa opportunità e non lasciarcela perdere. Io tenterò di essere a Roma alla prossima assemblea e spero di avere l'opportunità di presentare questa linea, di trovare la forza e le parole adatte per convincere quelli che ci sono a realizzarla.
     
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  14. Paolo Barbieri 72
     
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    Caro Jacopo,
    ancora una considerazione: se il m5s con la sua piattaforma Rousseau trova una partecipazione molto limitata rispetto sia agli iscritti che ai simpatizzanti, se l'associazione del sig Pellegrino, che non è nata ieri, pur usando una piattaforma simile ad AIRESIS è ancora ai blocchi di partenza, se lei trova tanto difficile promuoverla, non vorrà forse dire che la nostra società non è ancora pronta, vuoi per l'anzianità, vuoi per il troppo basso che circola, per questi strumenti? E aggiungendo l'urgenza delle necessità del Paese, non pensa che il suo tentativo il 21 sia ad alto rischio di difficile adozione?
    Saluti. Paolo Barbieri.
     
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  15. Jacopo Tolja
     
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    Caro Paolo le posso dare con fermezza ragione su tutta la linea ma aggiungo. Quanto tempo ci ha messo la società ad implementare lo smartphone? Lei ha mai usato una app? Questo le da la dimensione del problema. Sono anni che a mia figlia delle elementari viene detto che l'anno prossimo arrivano i tablet. Ed invece arrivano costosissime LIM (lavagne Interattive!) con i soldi che si risparmierebbero in libri di testo e LIM potremmo dare a tutti l'ordine di acquistarsele e con la partecipazione dello stato obbligare la scuola ad usare sistemi opensource che sono di gran lunga migliori e più sicuri del windows che probabilmente utilizza lei.
    Airesis è intuitiva ma comunque prima di utilizzarla effettivamente per costruire proposte ha una curva di apprendimento da parte del cittadino di un minimo di 4-5 ore in media (gli amministratori di sistema una 6-8 ore in media) e i relatori 5-6 ore in media. Per votare, la curva di apprendimento è di 5-10 minuti. Votare è una operazione di 2 minuti sempre in considerazione di sapere già cosa si vuol votare.
    In una società evoluta dove lo stato si fa carico di implementare la partecipazione dei cittadini utilizzando effettivamente la SPID e quindi certificando l'utenza, tramite una connessione internet, dal computer di casa o dal laptop, dal tablet, dallo smartphone, dai terminali delle banche (bancomat) tutti con la stessa identica interfaccia ed in appositi uffici comunali messi a disposizione del voto cartaceo per consentire a tutti di esprimersi in meno di 6 mesi potremmo essere pronti. Io credo con delle campagne di informazione in televisione tutti potrebbero sapere come fare nel giro di poche settimane. Ho anche scritto un format per un programma televisivo basato sulle proposte da costruire con meno opinionisti e riflettendo le opinioni nate in rete e condivise, con delle certificazioni dei fatti obbiettivi, darebbe immediato slancio a questa nuova maniera di gestire la nostra società.
    Se il 21 questi signori che spero di vedere e ai quali spero di parlare se mi mettono in scaletta, sto aspettando conferma per l'accreditamento, non decidono di farlo con tutto il loro appoggio i tempi per operare secondo gli standard attuali, le urgenze del paese non verranno mai affrontate perchè prima che la nuova entità politica venga conosciuta si sarà gia impantanata in qualche divisione. Il M5S e il fallimento dell'implementazione del metodo e di ascoltare la base, fanno scuola.
    I problemi da risolvere inclusi quelli della sicurezza informatica sono le cose più urgenti da risolvere, migliorare l'interfaccia costantemente in base ad analisi di utilizzo dove si evidenziano le perplessità dell'utenza e migliorare costantemente il metodo propositivo questi dovrebbero essere i focus. Il tutto accompagnato da una campagna di disseminazione per farlo conoscere. Io ricordo quando alla televisione facevano vedere programmi per imparare, NON È MAI TROPPO TARDI quando il Ministero della Pubblica Istruzione era guidato da gente perbene. Ecco, questo è quello che la gente dovrebbe decidere e sono sicuro del SI!
    Toglierei dal telegiornale tutte le notizie sportive per relegarle al loro specifico programma e le sostituirei con LE ULTIME VOLONTÀ DEL POPOLO ITALIANO!
    Un po' di entusiasmo!
    Un caro saluto
    Jacopo
    PS spero che qualcuno la in alto legga questi suggerimenti e ne capisca la portata.
     
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18 replies since 4/1/2017, 19:02   172 views
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